Il suono delle parole

Perché alcuni di noi sono catturati dal suono di alcune parole? Perché alcune parole hanno un potere acustico che penetra nell’immaginario in maniera più prorompente in una lingua e non in un’altra? Sono interrogativi che non trovano una facile risposta. La psiche è a volte insondabile o forse alcuni suoni la raggiungono inspiegabilmente per poi scatenare delle reazioni del tutto individuali e del tutto uniche. Per coloro che parlano più di una lingua sarà forse capitato di trovare il suono di alcune parole suadente o addirittura inebriante e, se paragonato all’equivalente in un’altra lingua, il suono della medesima parola sarà magari risultato neutro o addirittura piatto.

La mia mente è spontaneamente sedotta da esperienze sinestetiche causate da parole e suoni, spesso in una combinazione di piacere ortografico e fonetico. Solo di recente ho notato il motivo per cui certe parole in una determinata lingua mi attraggono maggiormente rispetto al loro equivalente in un’altra. Quasi sempre per una certa immagine mentale che scaturisce dalla combinazione grafica o l’accostamento dei suoni. Perché dunque pappagallo in italiano è una parola che mi provoca allegria e colore e simpatia mentre parrot in inglese mi lascia indifferente? E perché fenicottero in italiano mi appare come un animale meccanico e sbiadito, mentre flamingo in inglese mi accende la mente con un tripudio di colori e tropicalità?

Non saprei dare una risposta certa.

Ascoltando il nome della pianta jacaranda in varie lingue, ho la sindacabile certezza che questa parola perda di fascino quando viene pronunciata in inglese, spagnolo, tedesco o italiano, ma scateni un suono altamente seduttivo se pronunciato in portoghese o in francese. Torneremo sull’argomento.