SOS – è il caso di dirlo.

Mi capita spesso di passare o sostare in posti del tutto anonimi come stazioni della metropolitana, banchine, vestiboli di carrozze ferroviarie. In questi momenti che vacillano tra il noioso e l’inebetente, preso da un’immota apatia, ne approfitto per leggere quei pochi affissi informativi che, ultimamente, appaiono anche in versione bilingue e talvolta multilingue.

Qualche sera fa mi sono imbattuto in questo cartello informativo a dir poco surreale.

Oltre a essere prolisso (le informazioni date in caso di emergenza devono essere poche e concise), il testo presenta varie imprecisioni e ridondanze. Come se non bastasse, le due versioni spesso non coincidono, a iniziare dal titolo, dove emergency evacuation of stations non significa l’evacuazione delle persone dalle stazioni, ma l’evacuazione delle stazioni stesse, cosa per altro, se non impossibile, risulta essere poco pratica. In inglese si dovrebbe scrivere: to evacuate the station o, meglio ancora, un semplice emergency evacuation. Se il cartello è affisso all’interno di una stazione, sarà chiaro che si tratta dell’evacuazione della stazione e non di uno stadio.

Non è dato poi sapere perché si sia scelto di adottare il plurale ‘stations’. Il cartello è verosimilmente stampato e affisso in ogni stazione e quindi in ogni stazione si parlerà al singolare.

Il mezzanino – o mezzanine in inglese – è per definizione un piano o livello ed è quindi superfluo esplicitarlo. D’altronde non è nemmeno comprensibile perché ci sia un’ulteriore dicitura tra parentesi. Quasi non fosse chiaro all’utenza, forse poco preparata linguisticamente, che alla banchina si possano davvero trovare dei treni.

Di uguale interesse è l’informazione che si trova tra parentesi dopo ‘il pulsante di sblocco’ (dove presente). Posso solo immaginare la rabbia del passeggero che, lambito dalle fiamme e dal fumo, non trovasse tale pulsante, avendo precedentemente letto il cartello.

Ma è la dovizia barocca di dettagli a rendere questo cartello informativo quasi kafkiano. Scopriamo che le uscite e i varchi di emergenza sono avveniristici, essendo essi ‘attrezzati con maniglie antipanico’, e che dobbiamo servirci delle vie di fuga più vicine (mai fare il giro largo in caso di emergenza).

L’ultima chicca, a fondo pagina, ci informa che non ci troviamo in una semplice stazione metropolitana, bensì in un luogo provvisto di service staff, personale di servizio alla Downton Abbey per intenderci. Di che tipo di servizio si tratta? L’inglese tende a specificare: health service staff, customer service staff, cleaning service staff, food service staff e via dicendo. Forse un semplice member of staff o staff member sarebbe stato sufficiente. E comunque anche in italiano ‘personale di servizio’ mi porta a pensare più a una brigata di sala che al personale in servizio in una stazione.

In fondo noi traduttori siamo però fortunati: possiamo trovarci alle dieci di sera in un corridoio della metropolitana che ricorda un quadro di George Tooker e ci basta un cartello segnaletico scritto o tradotto male per risvegliarci da uno stato di torpore intellettuale.