Quante pluriballe

Uno dei termini italiani da me imparati di recente è ‘pluriboll’ (bubble wrap in inglese). Questo termine che avevo inizialmente sentito solo a voce, e il cui significato avevo intuito solo dal contesto, sembra esistere con ortografie diverse. Non appare in nessuno dei miei dizionari ad eccezione del Grande Dizionario Italiano dell’Uso di De Mauro, dove viene registrato con la grafia, a mio parere logica, pluriboll e nella variante poliboll. Insomma ‘boll’ come ‘bolla’, essendo il termine italiano e non come Wikipedia sostiene erroneamente essere un termine inglese. Nulla a che vedere dunque con ‘ball’ con il significato inglese di ‘palla’. In fondo si tratta giustamente di bolle d’aria e non di palle. A supporto di questa tesi ne dà ulteriore prova un sinonimo ricorrente in questo tipo di industria: millebolle.

Eppure sui siti italiani che producono o vendono tale articolo, la grafia che sembra essersi diffusa maggiormente è proprio pluriball. Come traduttore mi devo però dissociare in quanto la parola non ha alcun rapporto con l’inglese.

Il bubble wrap è invece nato come marchio registrato nel New Jersey nel 1960 ed è tuttora il termine usato per designare questo materiale plastico per imballaggi nella stragrande maggioranza dei paesi di lingua inglese.

Ricapitolando quindi, opterei per pluriboll con la ‘o’ traducendo dall’inglese.