Il verbo riflessivo svedese huka sig ha un paio di significati principali che, in italiano, possono essere resi in due posizioni del corpo abbastanza distinte. La prima si avvicina di più a rannicchiarsi, accovacciarsi o accoccolarsi (specie nel verbo frasale huka ihop), mentre la seconda significa chinare o abbassare la testa o la parte superiore del corpo.
È questa seconda accezione che interessa maggiormente perché ha dato luogo all’espressione hukarmentalitet diffusa tra i finlandesi di lingua svedese, minoranza linguistica in un paese ufficialmente bilingue.
Sebbene infatti la Finlandia sia ufficialmente una nazione bilingue, si tratta per lo più di un bilinguismo territoriale dove i parlanti svedesi si concentrano sulle coste e le isole del Golfo di Botnia e nella capitale. I dati sono chiari: quasi l’87% dei finlandesi è di lingua finnica mentre poco più del 5% è di lingua svedese. Le cifre cambiano se si tengono presente i parlanti bilingui, ma non si tratta sempre di un bilinguismo ‘bilanciato’, bensì di una conoscenza acquisita a scuola dell’altra lingua, conoscenza che spesso è minima, specie per quei finlandesi che vivono in comunità monolingui. Questa divisione ha dato adito ad aspetti sociolinguistici complessi ed è a volte fonte di risentimento, specie tra i finlanddsvenskar, ossia gli svedesi di Finlandia, che spesso vedono la propria lingua relegata a un luogo marginale o addirittura esclusa.
Con essa è nata l’espressione, a mio avviso interessantissima, hukarmentalitet, ovvero la quasi istintiva reazione della maggior parte dei finlandesi di lingua svedese ad abbassare la testa (e con essa la cresta) e passare direttamente al finlandese.
Chiaramente non tutti gli svedesi di Finlandia sono disposti ad abbassare la testa e aspre critiche contro politiche linguistiche non inclusive accendono puntualmente dibattiti di stampo sociolinguistico e culturale in Finlandia. Un recentissimo esempio è un articolo apparso su HBL (Hufvudstadsbladet, il quotidiano più diffuso di lingua svedese in Finlandia), in cui la catena di supermercati Lidl viene accusata di usare solo il finlandese sulle etichette dei propri prodotti.
Si tratta dunque di un bilinguismo meramente formale e legislativo quello che si vive in Finlandia? Come viene vissuto il bilinguismo in altre zone ufficialmente bilingui come ad esempio il Südtirol/Alto Adige, in Svizzera o in Belgio? Esistono espressioni come hukarmentalitet in queste regioni? L’ Artful translator continuerà le ricerche…