Ho appena scritto alla redazione Treccani per capire come mai la definizione di ‘animalista’ sulla pagina web del loro dizionario sia la seguente:
La versione cartacea non include questo inciso, che connota e pregiudica negativamente il senso del termine, essendo la polemica qualcosa spesso fine a se stessa.
In attesa di una risposta da parte della redazione Treccani – se questa mai arriverà – The Artful Translator si domanda come mai questo termine sembra venire usato con sdegno e come quasi un insulto nei commenti in calce ad articoli che trattano di natura e ambiente nella stampa e nei media italiani.
In un esempio odierno dalla stampa italiana, si apprende con incolmabile tristezza dell’uccisione di un altro giovane orso in Trentino a seguito di un decreto del presidente di tale regione, un personaggio chiaramente sfornito di qualsiasi scrupolo o interesse per la biodiversità del bacino di sua pertinenza ( e forse – a giudicare da una sua fotografia – molto più interessato al proprio bacino anatomico).
Purtroppo, leggendo i commenti si assiste a una sconfortante testimonianza dell’incapacità dell’italiano o dell’italiana media di moderarsi nei toni dei propri punti di vista. Ogni questione, anche quella più indifendibile, diventa dunque motivo di divisionismo da stadio o settarismo partitico (o per partito preso).
Questioni sull’ambiente, che andrebbero sostenute all’unanimità per il bene collettivo, diventano invece bersaglio per il fuoco nemico mediante l’uso improprio di una raffica di epiteti tra cui il temuto ‘animalista’, e dove, con insopportabile tracotanza, politici dal grilletto facile uccidono ‘serenamente‘ (come riportato tra i commenti a favore del presidente).
In memoria di M91 – che è stato solo un numero nella sua breve esistenza.
NB. La redazione Treccani ha risposto prontamente il medesimo giorno e ha rettificato la definizione del lemma. Chapeau alla redazione.