Pasticceria secca

L’Italia è famosa per la sua cucina variegata e regionale. Eppure ci sarà sempre un aspetto del mangiare ‘all’italiana’ che mi lascia sconcertato: la pasticceria secca.

Mi domando da dove arrivino queste frolle o biscotti. In particolare, l’orribile frolla a forma di S

Rimane spesso – forse ripudiata – in una vetrinetta solinga in un angolino di qualche caffè ai margini di molte cittadine italiane. Di pomeriggio solitamente. Unica superstite dopo la grande razzia mattutina della viennoiserie degustata con caffè e cappuccino.

D’altronde si potrebbero mai biasimare coloro che si tenessero a debita distanza da questa frolla secca, insapore e difficilmente deglutibile?

E come tradurlo in inglese? Molti siti – spesso italiani – la traducono con dry pastries/dried pastries. Eviterei. Pastries contengono il lievito che normalmente le frolle non hanno. Queste frolle sono forse da consumarsi con il tè? Quindi potrebbe andare tea biscuits sebbene l’immagine mentale potrebbe essere diversa per un inglese o un australiano. Forse sono da considerasi fancy biscuits? A me sembrano l’antitesi di ogni forma di creatività culinaria, ma questo è un gusto squisitamente personale.