Danesi di coccio?

Eccoci ritrovati con il nostro caro amico Peder Laale, non proprio in forma essendo morto ormai da oltre 600 anni, ma pur sempre fonte di grande ispirazione in materia di proverbi e detti più o meno antichi.

Il Gammeldanske Ordsprog di Peder Laale, una fonte inesauribile di antichi proverbi danesi

Tra questi, nel suo Gammeldanske Ordsprog ci ha lasciato il detto ‘Kildegangen kande kommer ofte sønderbrudt hjem’ (o più precisamente riportata ‘kildegangen kande kommer ofte brudden hiem’) ovvero ‘L’ anfora torna spesso rotta dalla fonte’, con il significato che spesso l’incuria o un’ azione rischiosa ha un esito negativo.

Dall’anfora si passa poi alla ‘krukke’ ossia ‘brocca’ o ‘vaso’, e qui le cose diventano più interessanti. Ritroviamo infatti lo stesso proverbio di prima nella forma ‘Krukken går så længe til vands at den kommer hankeløs hjem’, letteralmente, ‘la brocca si avvicina tanto all’acqua che torna senza manici’, o traducendolo in italiano con un altro proverbio ‘Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino’.

‘Krukke’ è una parola che ha tra l’altro dato vita alla metafora ‘små krukker har også ører’, ossia ‘i bambini hanno l’orecchio fino’. Stranamente però, in danese il sostantivo ‘krukke’, oltre a significare ‘brocca’ o ‘vaso’ , indica anche una persona affettata e poco naturale, specie come aggettivo ‘krukket’, o nelle accezioni di ‘skabekrukke’, un posatore o commediante o, se riferito a un bambino, smorfiosetto.

Interessante notare dunque l’uso danese di ‘krukke’ per creare sostantivi che denotano qualcosa di posticcio, come appunto ‘skabbekrukke’. Come mai quindi i cocci vengono traslati per generare simili metafore? Viene in mente l’holberghiano Den politiske kandestøber, che letteralmente significa ‘Lo stagnino politicante’, ovvero un politicante da tavolino, una persona che si spaccia per qualcosa che non è. ‘Kandestøber’ contiene il termine ‘kande’ (caraffa) e ‘støbe’ (fondere). Per associazione verrebbe da pensare che ci sia una traccia lasciata da Holberg nella psiche danese, ma in realtà l’espressione ‘krukke’ sembra derivare dal carattere intrinseco di un vaso o di una brocca, ossia grande di forma e spesso adorna, ma completamente vuota al suo interno.

Krukker er smukke men ofte tomme.